Le giornate si accorciano, il cielo si copre e spesso si avverte un senso di malinconia. A novembre, molti provano una punta di tristezza, il desiderio di restare sotto le coperte, una stanchezza diffusa. Questa “malinconia di novembre” non è una debolezza, ma una risposta frequente ai cambiamenti ambientali e psichici (e soprattutto, segnali che è possibile decodificare e accompagnare).
In questo articolo esploreremo perché questo mese può influire sul nostro umore (diminuzione della luce, ritmo sconvolto, isolamento), come distinguere un semplice calo di energia emotiva da una vera e propria depressione e, soprattutto, quali leve naturali possiamo attivare per risalire la china. L’obiettivo: offrire spunti concreti, delicati e accessibili per affrontare novembre con più serenità, ritrovando energia, piacere ed equilibrio.
La luce naturale svolge un ruolo fondamentale nella regolazione del nostro orologio biologico e nella sintesi dei neurotrasmettitori. In autunno, la riduzione dell’esposizione alla luce può diminuire la produzione di serotonina, l’ormone del benessere, e favorire una sovrapproduzione di melatonina, spesso associata a un aumento della sonnolenza.
Gli studi dimostrano che nelle persone sensibili, l’inverno è accompagnato da una regolazione disturbata del trasportatore della serotonina (SERT), che ne riduce la disponibilità nel cervello. [1][2]
Questo squilibrio può tradursi in affaticamento, calo di motivazione o umore più cupo.
Esporsi alla luce naturale per 10 minuti al mattino può influire positivamente sull’umore.
Tra il passaggio all’ora solare, la diminuzione totale delle ore di sole e la stanchezza accumulata dall’inizio dell’anno scolastico, il corpo può essere “scombussolato”.
Il nostro orologio interno (ritmo circadiano) è indebolito: sonno disturbato, calo di energia, difficoltà ad alzarsi.
A volte a questo contesto si aggiungono alcune settimane di superlavoro o di stress (lavoro, obblighi), che minano progressivamente l’energia vitale.
Novembre è spesso un mese di ritiro: le attività all’aperto si fanno più rare, i pomeriggi sono più brevi, è più facile chiudersi in casa.
L’isolamento sociale o la mancanza di progetti stimolanti contribuiscono alla sensazione di vuoto.
Inoltre, per molti sta già iniziando a farsi sentire la pressione di fine anno (bilanci, aspettative, stanchezza mentale), che può accentuare l’aspetto opprimente di questo periodo.
Se i sintomi persistono, peggiorano o interferiscono con la vita quotidiana, è importante rivolgersi a uno psicologo, un medico o uno psichiatra per ottenere sostegno.
L’attività fisica libera endorfine, stimola la dopamina e migliora il tono fisico e mentale.
Attività delicate come camminare, fare yoga, ballare lentamente o andare in bicicletta possono essere sufficienti per innescare una dinamica positiva.
Dal 2019 al 2025, diversi studi tendono a dimostrare che alcuni nutrienti contribuiscono a una migliore gestione dell’umore:
Il contatto umano ha un effetto protettivo: condividere, scambiare opinioni, ridere o semplicemente sentirsi ascoltati agisce come un rimedio emotivo.
Telefonate, semplici incontri, scambi, rituali collettivi (serate cinema, letture condivise) possono contribuire a uscire dal silenzio interiore.
Rivalutare i piccoli gesti: un bagno caldo, una tazza di tè, ascoltare musica rilassante, leggere un libro.
Questi momenti sensoriali sono dei punti di riferimento nell’autocontrollo emotivo di novembre.
Queste strategie preventive rafforzano la resilienza emotiva.
“Anche la notte più lunga alla fine lascia spazio all’alba”
Novembre può essere un mese delicato, ma non è una fatalità. La “malinconia” che proviamo è spesso un messaggio: quello di rallentare, riadattarsi, riconnettersi con se stessi.
Comprendendo i meccanismi (luce, ritmo, isolamento) e attivando leve delicate (luce, movimento, alimentazione, legami), è possibile attraversare questo periodo con maggiore serenità.
Se l’oscurità si fa strada, ricordate: la primavera emotiva si prepara in autunno. E non siete soli in questo percorso. Non esitate a contattare un professionista della salute.
Sì, è molto comune. La mancanza di luce naturale e l’accorciarsi delle giornate disturbano la produzione di serotonina e melatonina, due ormoni legati all’umore e al sonno. Questo cambiamento stagionale può causare un aumento della stanchezza, una perdita di motivazione e una sensazione di tristezza passeggera.
La depressione stagionale è temporanea e legata al cambiamento di stagione. Spesso dura da pochi giorni a qualche settimana.
La depressione stagionale, invece, è più profonda e persistente. È accompagnata da una marcata tristezza, da un disinteresse per le attività abituali, da disturbi del sonno o dell’appetito e spesso richiede cure mediche.
Sì, numerosi studi hanno dimostrato l’efficacia della luminoterapia nella riduzione dei sintomi del disturbo affettivo stagionale (fonte: PubMed).
Un’esposizione quotidiana di 20-30 minuti a una lampada da 10.000 lux, preferibilmente al mattino, aiuta a regolare l’orologio biologico e a stimolare la serotonina.
Alcuni nutrienti favoriscono naturalmente la produzione degli ormoni del benessere:
Un’alimentazione varia e colorata aiuta a stabilizzare l’umore e a limitare la stanchezza stagionale.
Se il malessere dura più di due o tre settimane, se è accompagnato da perdita di interesse, ansia marcata o pensieri cupi, è importante consultare un professionista sanitario (medico generico, psicologo o psichiatra). Una diagnosi precoce consente un trattamento adeguato ed evita l’aggravarsi dei sintomi.
Alcune semplici abitudini possono fare la differenza:
Questi gesti quotidiani rafforzano la resilienza emotiva prima dell’inverno.